…. Probabilmente la prima, utile domanda che vale la pena di porsi, accostandosi alle fascinose oppure dure, romantiche, sognanti, mistiche o provocanti immagini monocromatiche…
PARTE PRIMA
La fotografia nasce in bianconero…
Per molti anni, l’immagine monocromatica è l’unica opzione disponibile, e quindi il problema della scelta, semplicemente, non si pone. Tuttavia, con l’avvento del colore, la fotografia in bianconero non scompare. Anzi, in territorio “artistico”, continua a mantenere una posizione privilegiata, addirittura non scevra, spesso, da un certo snobismo nei confronti della possibile, nuova, alternativa.
Attaccamento alla tradizione, in alcuni casi. Pura resistenza conservatrice spesso. Qualche grande dice che, semplicemente, già col bianconero gli elementi da controllare sono tanti e… troppo difficile inserirne un altro, tanto più se così determinante, come appunto il colore.
Oltre a ciò, un retaggio, un’abitudine ormai tanto consolidata, porta a percepire, specie in alcuni ambiti, quale ad esempio il fotogiornalismo, la fotografia in bianconero addirittura come più realistica di quella a colori.

Foto di Man Ray
Col tempo naturalmente, il colore trova spazi importanti anche nella fotografia di vocazione più artistica, domina in quella naturalistica e si affaccia con forza nel grande reportage, fino ad occupare una posizione dominante e, anche nella fruizione amatoriale, diventando pressochè uno standard.
Oggi, in età digitale, le possibilità offerte dalla fotografia a colori sono enormi, e gli strumenti per autoprodurre immagini di qualità, poco o tanto spettacolari, estremamente diffusi. Ma nonostante ciò, il bianconero non solo sopravvive serenamente, ma parrebbe ogni giorno attrarre nuovi simpatizzanti (prova ne siano i numerosi strumenti software dedicati alla conversione monocromatica, in costante sviluppo); parrebbe vivere una stagione di gloria, di ritrovata adolescenza…
Ma perchè la fotografia in bianconero continua a esercitare un tale grandissimo fascino? Perchè tanti, appassionati e non, esprimono abitualmente l’idea che il monocromatico è “un’altra cosa”? Che il sapore di una fotografia black & white è di altra portata? Anche e soprattutto giovani fotografi, che non hanno vissuto l’età della pellicola…
Le ragioni sono sicuramente varie e diverse. Certamente in molti casi l’idea di accostarsi a qualcosa, se non proprio vintage, di tradizionalmente passato, rappresenta una certa attrazione in sè. Ma c’è altro, di riconducibile al senso stesso della fotografia, della narrazione della realtà attraverso un’immagine statica e bidimensionale. Ovvero, di una realtà reinventata….
Di cui vale la pena chiacchierare.
Francesco Merenda
La foto introduttiva dell'articolo è di Francesco Lorusso
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La Gabbia Armonica, Ottobre 2016