Uno dei piaceri più intensi degli appassionati di fotografia è quello di cogliere un attimo, un momento, una sensazione indimenticabile durante un viaggio e portarsela a casa.
Questa settimana nell’Officina della Gabbia Armonica si parla quindi di viaggio (intessono non propriamente in senso geografico) e di ritratto ambientato, uno dei generi fotografici più gettonati dal fotografo esploratore. Allo stesso tempo uno dei più difficili da eseguire ad un certo livello.
Non certo per la tecnica, che comunque deve sempre stare alla base di una “buona fotografia”, ma per la sensibilità di saper trasformare uno scatto ad una persona sconosciuta in un incontro, dal quale traspaia qualcosa che va oltre il mero piano visivo del fotogramma e che possa essere trasmesso al lettore. Sensazioni, sapori ed odori di un luogo in un’amplificazione sensoriale di quello che stiamo osservando.
Spesso mi capita di vedere immagini sorprendenti per i soggetti ritratti, il più delle volte esotici e quindi così lontani dalla nostra percezione quotidiana della vita comune. Se è vero che vedere un bambino giocare a piedi nudi con gli amici in una pozza fangosa ci sorprende, ci emoziona (ognuno di noi in modo differente), è parimenti vero che non basta il soggetto “wow” per ottenere un risultato di livello eccellente.
In una foto dove si mostrano situazioni così lontane dalle nostre, ci dev’essere un qualcosa in più che ci faccia entrare in un intimo rapporto con il soggetto, anche se non siamo mai stati in Africa o in Perù. Qualcosa che ci racconti davvero che cosa è quel luogo.
Fatto questo “pippone” introduttivo, non aggiungo molto alle foto selezionate, che a mio parere hanno i connotati di cui parlavo prima.
Tutte parlano di luoghi e/o contesti molto lontani dal nostro, con le loro contraddizioni, emozioni, problemi e peculiarità. In Italia, se non in Africa, a Cuba oppure in Romania, la forza della narrazione fotografica è un privilegio da vedere e percepire, nonché assaporare.
Tutti noi possiamo prenderne spunto e cercare di decodificare gli elementi di scena e le scelte tecniche-emotive che fanno si del perché queste immagini sono buone a differenza di altre, meno intimamente pervasive anche se magari sorprendenti.
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Le Immagini sono di Alessandro Sgarito, Luciana Trappolino,
Marino Da Costa, Pino Ientile, Silvia Pasqual.
La Gabbia Armonica, Aprile 2017